Home Docs Storia della musica Giamaicana Bluebeat, Ska, Rocksteady e Reggae
Bluebeat, Ska, Rocksteady e Reggae

Un'altro interessante racconto di come si è evoluta la musica giamaicana

Alla fine degli anni '50, in Giamaica, l'imitazione dei modelli musicali importati dall'America si evolve in uno stile originale che unisce l'elaborazione dei disk jockey dei Sound System e l'esperienza del "bluebeat". La struttura è la stessa dei gruppi di bluebeat, formati da sassofoni, trombe, tromboni, pianoforte, batteria e basso, ma con il basso in primo piano a far da conduttore.

Il suono che ne deriva, a partire dal 1961, viene chiamato "Ska". Il nome deriva da "Skavoo-vee!", un'esclamazione gergale di quel periodo che serve a esprimere un'approvazione entusiastica. Le sue caratteristiche sono il tempo in levare, il peso della sezione dei fiati, le armonie vocali derivate dai gruppi neri con uno stile modellato sul particolare inglese parlato nell'isola e il ritmo, definito chug-a-lug.

La popolarità dello Ska esce dai confini della Giamaica, arriva in Europa e da qui, nel 1964, grazie a "My boy lollipop" di Millie Small, sbarca in America. Il genere, sereno e ottimista, si evolve in nuove direzioni, fino ad assumere, nella Giamaica dei primi anni Sessanta, precisi connotati sociali e progressivamente si elettrizza, sostituendo i fiati con le chitarre. In questa nuova struttura il basso rinforza il ruolo di guida e prevale sul resto.

Nasce così il "rock steady", il suono delle bande giovanili, l'equivalente giamaicano del beat inglese per i giovani delle grandi città industriali britanniche. L'evoluzione, però, non si ferma lì. Si inizia a spingere ancora di più l'accento sul levare, accelerando il battito e ripescando i fiati.

Nasce così il "reggae", la musica sincopata degli slums urbani dal canto lamentoso che interpreta l'ansia religiosa della tradizione afro. Le percussioni sembrano imitare il cuore umano, mentre il basso guida ormai decisamente la melodia e la chitarra ne ritma le cadenze. L'avvento del reggae favorisce l'introduzione della tecnica del "dub", la sovrapposizione della voce alle tracce registrate sull'esempio dei maestri dei Sound System.