Rototom Sunsplash racconta il suo “Exodus” dall’Italia alla Spagna |
Comunicati Stampa |
Martedì 14 Giugno 2011 15:07 |
Prosegue a Torino il tour italiano del film dedicato all’esodo del Festival reggae più importante d’EuropaDopo tre mesi di successi in un tour che ha toccato davvero tutta l’Italia, venerdì 10 giugno alle 18 si prosegue con la proiezione a Torino alla Libreria Feltrinelli il lungo viaggio del fortunato film “Exodus: Finding Shelter” di Tommaso D’Elia, il documentario che racconta l’esodo del Rototom Sunsplash, il più grande festival reggae d’Europa emigrato nel 2010 dall’Italia alla Spagna. Il tour del documentario – iniziato a marzo da Udine e Osoppo (la località friulana che ha ospitato il Festival fino alla sua 16^ edizione) - ha già toccato molte città italiane da Roma a Modena, da Pordenone a Mestre, da Bologna a Bergamo, da Sassari a Genova, da Lecce a Castellón (in Spagna). Ogni platea ha riservato generali consensi al film, cui sono seguiti dibattiti volti ad approfondire la realtà del festival “esiliato” dall’Italia in seguito a una persecuzione giudiziaria basata sull’assunto che la musica reggae istiga all’uso di marijuana e quindi gli organizzatori del Sunsplash si sarebbero resi protagonisti di “agevolazione all’uso di sostanze stupefacenti” sulla base dell’art.79 della legge Fini- Giovanardi. Ipotesi che la generalità di coloro che hanno assistito alla proiezione di “Exodus” hanno visto confutare con un racconto filmico di grande suggestione che dà la parola anche ad alcuni fra i principali detrattori della kermesse. Nel frattempo proseguono i preparativi per la 18ª edizione del Sunsplash che anche quest’anno troverà rifugio in Spagna dal 18 al 27 agosto: questa edizione, dedicata al trentennale dalla scomparsa di Bob Marley, vedrà sfilare sul palco di Benicàssim leggende del reggae come Bunny Wailer, Rita Marley, Ziggy Marley, Ky-Mani Marley, Peter Tosh, Jimmy Cliff, Luciano, oltre al più autorevole biografo di Marley, Roger Steffens. Nell’area dibattiti invece confermate presenze autorevoli come il Premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi e Vandana Shiva. Niente male per un festival che l’Italia ha costretto ad andarsene, esattamente come succede a molti altri giovani che devono varcare i confini per dare un senso alla propria creatività e al proprio talento. |